
Accordi per ukulele: lo strano caso del La minore
Gli accordi per ukulele li troviamo più o meno ovunque. Non ci vuole nulla a stampare un prontuario e se siamo del parere che basti soltanto memorizzare le posizioni, si tratta di un’impressa tutt’altro che ardua. Il problema però… è che sono fattibili di miglioramento.
Avevo già parlato in passato di come in realtà l’accordo di Mi minore potesse essere ulteriormente semplificato e rimanevo basito di fronte alle mille pubblicazioni per ukulele che ignoravano bellamente un concetto talmente semplice.
Oggi continuo ad indagare la tastiera, le posizioni base degli accordi e ti tiro fuori un’altra incongruenza riportata in mille manuali e ormai elevata a verità assoluta: l’accordo di La minore.
Il caso dell’accordo di La minore.
Meglio conosciuto nell’ambiente come “La migliore”.
Nella costruzione di un accordo semplice si prende in considerazione una triade di note: il primo grado che dà il nome all’accordo, il terzo – che abbassato di un semitono cambierà il suddetto accordo in “minore” – ed il quinto. Questi ultimi due vanno intesi in relazione al primo per cui possiamo dedurre che la triade dell’accordo di Do maggiore sarà Do – Mi – Sol.
Nel caso del La minore non dobbiamo fare i conti con le alterazioni in scala perché le note che andremo a pescare saranno La – Do – Mi. La prima che dà il nome alla scala e conseguentemente all’accordo, la terza e la quinta. Per fare un minimo di chiarezza e riprendere il concetto del paragrafo precedente, l’accordo di La maggiore avrà il Do questa volta alzato di un semitono: La – Do diesis – Mi.
Ora… in un ukulele a quattro corde, con il Sol rientrante all’interno della scala che parte dal Do sulla terza corda per finire al La sulla prima, sarà molto probabile raddoppiare una nota quando suoniamo un accordo semplice. Nel caso del La minore succede proprio questo: suoniamo un La sul Sol rientrante, un Do sulla terza corda, un Mi sulla seconda e di nuovo un La, assolutamente identico, sulla prima corda, quella inferiore.
D’altronde le note che compongono una triade sono tre e le corde a nostra disposizione quattro di cui una rientrante. Mettiamoci il cuore in pace perché raddoppiare una nota all’interno di un accordo è una situazione abbastanza frequente.
La diteggiatura di un accordo di La minore è la seguente: 2 – 0 – 0 – 0
Però io dico no! e non ci sto.
Raddoppiare una nota è una soluzione fin troppo semplice e quando è facilmente evitabile, continuare imperterriti a suonare quella posizione è quasi umiliante. Aggiungere un’altra nota alla triade che però non sia la stessa, è molto più appagante in termini armonici, ti apre la strada a mille altre soluzioni all’interno di un arrangiamento ed è indubbiamente più fico.
Non c’è niente di complicato, basta aggiungere il terzo tasto sulla corda numero uno, quella inferiore, e invece di raddoppiare il La aggiungiamo un Do, un’ottava sopra, rispetto al Do suonato sulla terza corda a vuoto.
Un dito. Soltanto un dito in più ed avrai un accordo molto più completo e per certi versi addirittura più semplice all’interno di un giro di Do, nel passaggio fra Do e La minore, dal momento che non si tratta più di alzare un dito e abbassarne un altro ma semplicemente di restare fermi sulla posizione di Do e premere il secondo tasto sulla quarta corda per ottenere un La minore.
La nuova diteggiatura del La minore è la seguente: 2 – 0 – 0 – 3
Resta solo da capire per quale assurdo motivo questa diteggiatura non venga neanche menzionata sui manuali.
Come al solito, metti un + fra i commenti se hai provato il NEW LA MINORE e da oggi la tua vita è cambiata.
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Yeah brother!
Figata!
Jon tom la teoria musicale che riguarda i voicing di un accordo ha delle regole specifiche che non possono sottostare alla regola del ‘piu fico o piu comodo’ … i raddoppi delle voci sottostanno a regole scritte 200 anni fa… non sono a libera interpretazione perché sono regole fisiche
Sì ma non è neanche mia intenzione riscrivere la teoria musicale. Dico solo che nell’ottica di uno strumento a quattro corde può avere senso raddoppiare la tonica ma può essere ugualmente interessante e armonicamente più appagante aggiungere un grado della triade sull’ottava superiore (soprattutto quando ce l’hai a portata di mano – è in questo senso che va vista la mia affermazione sulla “comodità”). Poi è chiaro che a seconda delle circostanze possano valere le regole a cui ti riferisci ma questo succede soprattutto in orchestrazione. Conoscere anche questa aggiunta su un ukulele può rappresentare uno stimolo in più nello studio dello strumento che, ai fini armonici, non stravolge assolutamente nulla perché di fatto non stiamo parlando né di un rivolto né di un accordo complesso.
In una triade A C E potendo raddoppiare qualcosa si ‘deve’ scegliere tra la fondamentale (A) e la quinta (E), quindi avrai un accordo composto da due A un E e un C , oppure un A un C e due E (e qualcuno potrebbe comunque intendere l’accordo come Esus4b13) per esprimere La minore… se raddoppi la terza (C) avrai un A un E e due C, e questo è C6. Per il semplice fatto che in questo accordo si sentono piu C che A e l’orecchio umano lo recepisce come C, e un accordo di triade secca è sicuramente meno interessante di un accordo di sesta.
Sono d’accordo sullo stimolo ma bisogna essere precisi quando si fa lezione di musica a qualcuno. Perché se la lezione è for dummies conviene fare gli accordi for dummies. Altrimenti si rischia di confodere gli allievi senza avergli dato una reale svolta di conoscenza. Poi puoi motivare come ti pare la tua affermazione ma il La minore in prima posizione sull’ukulele è senza il C al canto.
Sì ma il punto non è tanto raddoppiare la nota sull’ottava superiore quanto ribattere la stessa nota su una corda differente. Il tuo discorso non fa una piega e lo sottoscrivo ma in un ambiente limitato come quello dell’ukulele in cui la prima posizione di un La minore prevede un Do come nota più grave, va preso con le pinze altrimenti non avremmo modo di arrangiare più nulla. Credo di essere sempre stato abbastanza preciso nel fare lezione di musica così come credo di essere abbastanza elastico nel saper riproporre regole ed eventuali armonizzazioni a seconda delle esigenze e dello strumento che ho davanti.
comunque oh… BELLA :D m’hai dato lo spunto per un altro articolo in cui cercherò di evitare fraintendimenti (Y)
In un’ottica limitata va tutto bene.. è chiaro che nella musica tutto è secondario rispetto alle esigenze del caso, anche senza dirlo… è stato un piacere esserti utile… spero sarà un bell’articolo!!