Gli effetti più usati sull’ukulele

La naturale evoluzione di un ukulele, implica a un certo punto di dover affrontare il discorso legato agli effetti. Per carità non è sempre così e ci sono persone lì fuori, da qualche parte nel mondo, che rivendicano a pieni polmoni le loro esibizioni completamente unplugged riprese da un microfono panoramico. Tuttavia, è difficile resistere al fascino di un pedale per chitarra riadattato sulle quattro corde, che a volte ci aiuta a trattare il suono in uscita e altre volte invece lo cambia in maniera più netta.

Un setup standard per l’ukulele live

Tenendo a mente che stiamo parlando di un ukulele con corde non in metallo e che alla resa dei conti, è pur sempre una questione di gusti, passiamo in rassegna i pedali più comuni che vengono utilizzati dagli ukulelisti professionisti nel loro setup sul palco.

Delay

Il suono che esce da un ukulele è secco, brillante, con poco sustain. Anche nel caso di un modello Tenor, non possiamo equipararlo ad una chitarra acustica ma piuttosto, come sono solito ripetere, quasi ad un banjo. Aggiungere la coda acustica tipica di un delay, contribuisce un bel po’ a prolungare le note e non è un caso che sia diventata una delle prime scelte di un ukulelista live. Occhio: non pensare che delay e riverbero siano la stessa cosa. Nel primo caso crei una scia sonora, un’eco, mentre nel secondo, ricrei un effetto di diffusione intorno al suono originale.

Phaser/Flanger

Sono effetti elettronici che creano altri impulsi leggermente distanziati dal segnale originale. Questi impulsi aggiuntivi vengono trattati in maniera tale che si viene a creare una specie di “onda” sonora con oscillazioni sulle frequenze in uscita. Possono essere controllati diversi fattori, dall’apertura di queste oscillazioni al ritardo. Il risultato stravolge il suono pulito dell’ukulele per cui, pur essendo una delle prime scelte per gli assoli, è difficile ascoltarlo su un ukulele ritmico.

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Gli effetti di cui forse possiamo fare a meno

Compressore

A meno che tu non stia suonando in un gruppo, il bisogno di uniformare il tuo volume non è così importante come in fase di incisione. In studio è diverso, il suono va trattato cercando di renderlo più godibile e a volte una leggera riduzione delle dinamiche può aiutare. Dal vivo però la situazione cambia e parliamoci chiaro, il più delle volte ti troverai a ripetere queste frasi per l’estrema gioia del fonico mentre il tuo ukulele è già a cannone:

Non mi sento! – A regà ma lo sentite l’ukulele?! 

Tutt’al più potrà servirti un boost per gli assoli ma lascia che dei volumi se ne occupi lui e non rompergli troppo i coglioni.

Equalizzatore

In realtà è sempre meglio farsi il suono da soli perché sei tu a conoscere le caratteristiche del tuo strumento, sai quali sono le frequenze su cui andrebbe esaltato e quelle che andrebbero tagliate. Però suonando dal vivo, il tuo ukulele entrerà in un mixer ed in ogni canale c’è sempre un controllo sull’equalizzazione. Quindi, a meno che tu non senta l’esigenza di lavorarci a casa, anche questo aspetto potrebbe essere delegato al fonico ed in certi casi… mi sento di aggiungere che è meglio così, soprattutto agli inizi quando ancora non hai la piena consapevolezza di come esce il suono.

Riverbero

Un altro effetto che puoi trovare nel mixer e che in molti casi, soprattutto quando utilizzi già un delay, può rivelarsi superfluo.

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