Il fottutissimo survivor

Nel corso del tempo ho visto morire diversi strumenti musicali. La sofferenza iniziò sin dalla tenera età quando quel tastino d’accensione sulla pianola Bontempi improvvisamente diventò difettoso. Durante l’adolescenza vedevo saltare altri piccoli tasti del sintetizzatore che fortunamente non è che mi servissero poi a molto. Nonostante la questione mi provocasse un inevitabile scoramento di fronte alla pippaggine nel ripararmi da solo le cose, insieme alla sapienza del diciottenne prendeva piede un’altra consapevolezza, quella di avere fra le mani uno strumento forgiato dal tempo e dalla cattiva abitudine di non ciccare mai. Mi rendevo conto che i miei “bambini” si erano involuti da nuovi di zecca a zecca stessa diventando strumenti vissuti… Dei fottutissimi survivors!

Il compagno di viaggio

Fintanto che si parla di tastiere con componenti in acciaio e plastica è un conto ma quando abbiamo a che fare col legno è tutta un’altra storia. Sarò fin troppo romantico e melenso ma per me il graffio sull’ukulele e la sbucciatura sulla cassa rappresentano tacche importantissime di un percorso che stiamo facendo insieme.
Per altri oggetti posso anche essere paranoico e se mi si abbozza la macchina ammetto che mi rode il culo ma quando l’elemento in questione trascende il suo significato primordiale, il discorso cambia e l’effetto di una crepa contribuisce a dargli un significato unico. Non è più l’ukulele in serie o quello da collezione ma lo strumento su cui mi sfondo dalla mattina alla sera.
Parliamo della cicatrice che merita rispetto e non del maglioncino verde soffice e profumoso.

Glen Hansard - Chitarra Takamine

Prendi “The Horse”, la chitarra di Glen Hansard che se gliela levi non è più Glen Hansard. A forza di suonarla pesantemente per strada, nel centro di Dublino a Grafton Street, venne fuori un cratere sulla tavola in prossimità delle unghie.
Non esiste un’altra chitarra come quella… Il suono che esce fuori dalla doppia buca (lol) e il modo in cui è invecchiato il legno appartiene soltanto a quel modello.
In fin dei conti, un ukulele racconta una storia ed evitando di dare un valore eccessivo alle apparenze, sul fondo si trovano quelle crepe che inconsapevolmente ti aiutano a far uscire una musica della madonna.

Potrà anche non piacere il risultato finale ma d’altronde, se ti vivi la musica insieme al tuo strumento non sei davanti alla più logica delle conseguenze?

PS: “Say it To Me Now” è una delle interpretazioni più fiche dell’universo. Grande Glenansard.

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