
I Red Wine Serenaders trionfano all’European Blues Challenge
Alla terza edizione dell’European Blues Challenge hanno vinto i Red Wine Serenaders!
Fra 19 band arrivate alla finale di Arona, ha avuto la meglio il viaggio attraverso le piantagioni del Sud di Veronica Sbergia, Max De Bernardi e Alessandra Cecala. Un gruppo entusiasmante incentrato sulla produzione musicale degli Anni 20, quelli dei bluesman purtroppo dimenticati e della Grande Depressione.
[blockquote author=”Veronica, Max e Alessandra” link=”” link_title=”” target=””]Un risultato inaspettato e sorprendente![/blockquote]Mi piace pensare al loro trionfo come l’inizio di qualcosa di più ampio perché pur suonando un repertorio di nicchia, sono convinto che ci sia tanto bisogno di ascoltarlo ovunque. È una musica che ha tanto da dire, tanto da trasmettere e viene rappresentata da uno stile che meriterebbe molta più attenzione di quella destinata a fenomeni artistici prettamente commerciali. I Red Wine Serenaders sono sinceri, sanguigni come la loro musica, tecnicamente impeccabili, divertenti e divertiti da loro stessi, un piacere per gli occhi e un tesoro per le orecchie, che li custodiscono gelosamente nel proprio lettore mp3.
Li avevo visti per la prima volta diversi anni fa, a Tivoli. La mia preparazione musicale in vista del concerto si fermava a Robert Johnson e a dirla tutta non ero del tutto consapevole di cosa mi aspettasse. Mi ricordo solo che dopo lo show non la finivo più di chiedere a Veronica qualsiasi cosa, dai consigli professionali alla tracolla del suo ukulele, mentre guardavo Max sullo sfondo con la silenziosa certezza di aver ascoltato un chitarrista con le palle, uno di quelli che già sai ti troverai a citare come termine di paragone.
L’impressione che mi diedero i Red Wine era quella di autentici professionisti, completamente immersi nella musica che suonavano e che non poteva far altro che dar loro qualcosa in cambio, rappresentandoli con trasparenza e fedeltà. Erano gente da cui devi imparare molto se vuoi anche solo ascoltare musica con orecchie diverse, più attente. L’ukulele veniva suonato da Veronica e Max con brillantezza e se da un lato Max faceva splendere le sue doti chitarristiche sul fratellino minore, dall’altro l’entusiasmo di Veronica mi portava a battere il piede a tempo di ragtime in quasi ogni pezzo. Avevo ovviamente le scarpe da ginnastica ma ti assicuro che la suola gommata rimbombava duro nel chiostro.
Per il resto, lascio la parola alla musica di questi artisti segnalando l’album “Old Stories for Modern Times” uscito nel 2012 e il più recente “Ukeology” di Max De Bernardi. Trovi tutte le informazioni su come acquistarlo direttamente dal sito ufficiale.
Complimenti ragazzi, la medaglia d’oro non poteva non andare a voi!
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Complimenti a Max, Veronica e Alessandra che seguo da anni – Tricesimo, Vicenza, Sarzana, Caldogno e piccolo teatro AurOra (Bolzano) – e che ad ogni concerto sanno trasmettere la gioia della musica… chi ha mai detto che il blues debba essere esclusivamente un pianto? Un abbraccio, Enrico