Iz – Over The Rainbow/What A Wonderful World (Video)

Cerchiamo di capire come suonare sull’ukulele il medley di Israel Kamakawiwo’ole (IZ), Over The Rainbow/What A Wonderful World. L’obiettivo è imparare una versione fedele all’originale nel mare di tutorial e cover che circolano in rete!

Doverosa premessa: sull’ukulele Mahimahi 87g, modello Tenor, sono montate la Aquila Supernylgut con Low-G (Red Series)

Ammetto che fare questo pezzo mi ha messo veramente in crisi per diversi motivi:

– Tutto il mondo suona Over The Rainbow, sei proprio sicuro che ci sia bisogno anche della tua versione?
– La voce di Israel era unica, sei proprio sicuro di volerla rimpiazzare col paperino raffreddato?
– Gli accordi da memorizzare non sono molti ma la struttura cambia spesso e ci sono un bel po’ di “sfumature” da tenere a mente
– Non hai le unghie. E nella versione di Iz si sentono in continuazione mentre il pollice pizzica la quarta corda e le dita scendono sui downstroke accentuati
– La versione di Israel era semplicemente unica e chiunque provi ad imitarla non può non uscirsene con una fotocopia sbiadita quindi… perché lo fai?!

Perché la voglia di suonarlo alla fine era tanta e in fondo qualche motivo per farlo c’era:

– La versione originale usa un Low-G al posto del Sol rientrante e nei tutorial su youtube non la vedi proposta spesso in questo modo
– Di solito la ascolti con un chunk all’interno del pattern ritmico e ammetto di averla suonata anch’io così per diverso tempo però… mi sbagliavo! Ciò che sembrava una smorzatura ritmica in realtà credo siano semplicemente unghie che per via di un’accentuazione, sbattono sulla tavola
– Non mi considero un cantante. Però ammetto che mi piace cantare. E così come ho accettato la sfida che mi presentava l’ukulele, mi andava di accettare la sfida che mi presentava la mia voce
– Non capita spesso di ascoltare la parte introduttiva che precede il cantato ed è un peccato perché nell’immaginario collettivo sono convinto che molte persone riconoscano il brano proprio da quegli accordi
– A distanza di 5 anni da quando ho iniziato a suonare l’ukulele, mi sembrava potesse essere il momento giusto per provare a suonare un pezzo per cui ho sempre nutrito un infinito rispetto. La sua versione era a tutti gli effetti inimitabile ma per i motivi che elencherò alla fine, costruendo una buona base, attinente a quelle regole e quelle sfumature espressive, potrebbe “uscire fuori” anche Jontom.

Note di esecuzione

Il medley non credo sia stato registrato seguendo un metronomo tuttavia, andando ad analizzare il brano mi sembra che i bpm si aggirino fra 85 e 87. È una bella dimostrazione di come Israel suonasse in maniera molto regolare. In questa versione l’ho leggermente rallentata per permetterti di seguirmi con più facilità. Occhio che gli appunti che seguiranno sono per chi mastica già un po’ di linguaggio musicale…

Gli accordi

Durante la parte introduttiva, il secondo accordo è un Sol6 (0202) in perfetto hawaiian style. Compare solo qui, per il resto del brano avrai a che fare con un Sol in posizione base (0232) ed un Sol7 (0212) nella seconda parte di What A Wonderful World. Occhio al secondo giro in cui la seconda battuta in La minore diventa La minore 7 (2030) in una posizione usata prevalentemente da chi suona in Low-G per via della nota più grave.

Per quanto riguarda il Mi minore, non potrei essere più felice di vedere questo schema: 0402. L’avevo già detto in passato e credo che quest’occasione sia ottima per ribadirlo: per un principiante è di gran lunga migliore utilizzare questo schema a due dita rispetto a 0432 o addirittura 4432.

Con 0402 stai raddoppiando la tonica di Mi e in aggiunta suoni un Sol ed un Si, la triade minore dell’accordo nella sua posizione base. È la soluzione ottimale.
Con 0432, invece di raddoppiare il Mi raddoppi il Sol e a livello armonico c’è la tendenza ad avvertire un po’ di più la triade minore. L’accordo viene sempre presentato nella sua posizione base.
Con 4432 raddoppi il Si, la quinta ed armonicamente sei un pelo più vicino all’effetto di 0402.
Il succo è che a livello teorico, laddove è possibile, bisognerebbe sempre cercare di raddoppiare la tonica o al limite la quinta.

Occhio però perché nella parte centrale, Israel sembra suonare il Mi minore in 0432 e infatti quell’atmosfera sospesa che potevi ascoltare durante l’introduzione viene rimpiazzata da un’armonia molto più definita, probabilmente data dal raddoppio della terza minore di Mi.

L’unico accordo che potrebbe crearti problemi a livello di diteggiatura è il Re minore 7 (2213) che appare soltanto una volta – prima del Sol7 – nella seconda parte. Nel mio caso ho utilizzato un dito medio per fare un semibarrè al secondo tasto, l’indice sul primo tasto della corda n.2 ed il mignolo sul terzo tasto della corda n.1. Nota come quel dito in realtà viene condiviso anche con altre posizioni, nel tentativo di ottimizzare al massimo la diteggiatura e non incasinare troppo la memoria.

Lo strumming

La forza dello strumming di Over The Rainbow secondo me è nel contrasto fra la corda singola che suona ad inizio battuta ed i downstroke accentuati sul secondo ed ultimo quarto. Tutto ciò che succede all’interno sono movimenti leggerissimi sulle corde, suonati molto probabilmente con il polpastrello dell’indice, che servono per costruire l’impianto ritmico. Tuttavia la regola della “corda singola + downstroke accentuati” non viene rispettata sempre e a grandi linee direi che si ripete una volta ogni due battute. Quello che è sicuro è che lo strumming non cambia mai. Nei rari momenti in cui assistiamo a qualche piccola transizione ci troviamo davanti a quei passaggi intermedi suonati semplicemente con più intensità.

Anche da questo vedi la grandezza del pezzo: è tenuto in piedi da una voce e da un ukulele che suonasempre la stessa cosa. Ma è per via di quel dinamismo e dell’espressività con cui viene suonato – oltre ai continui cambi nella struttura armonica – che alla fine difficilmente risulta stancante. È un’eccezione all’interno di arrangiamenti molto più elaborati che per la sua apparente semplicità è probabile che ti tenga incollato alle cuffie dall’inizio alla fine.
Io lo continuerò sempre a ripetere ai miei alunni: cercate di lavorare molto sull’espressività perché tutte le regolette che potrete imparare sullo strumento poi dovranno sottostare ad una regola ancora più grande, e cioè quello che voi volete trasmettere. Se non avete niente di cui “parlare” potrete essere anche bravissimi ma all’orecchio risulterete piatti e noiosi.

In conclusione

Ecco perché ho aspettato veramente una marea di tempo prima di provare a fare una cover di questo medley. Sembrava facile ma qui dentro, credo che la forza del brano sia difficile da gestire e il rischio di una performance anonima è dietro l’angolo dall’inizio alla fine.

È l’esempio perfetto di come le cose più semplici nascondano in realtà mille segreti per essere padroneggiate, anche perché nell’estrema linearità dell’esecuzione è più facile ascoltare lo spirito musicale dell’artista e quindi virtualmente impossibile riproporlo.
Lo ripeterò almeno una quarantina di volte che l’ho fatto in punta di piedi senza avere nessuna pretesa di nessun tipo. L’unica cosa che volevo fare era cercare di offrire una versione il più fedele possibile all’originale e darti uno specchio su un brano ormai diventato universale. Spero di averti tolto qualche dubbio e averti insegnato qualcosa di nuovo.

Aloooooha!

Lascia un commento

Back to top button
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.