
Corso Preparto “Reparto Ukulele” – Ep.1
Ok i consigli per imparare a suonare uno strumento sono sempre validi ma… ogni tanto mi capitano email o chiacchierate con persone scoraggiate che dopo qualche tentativo abbandonano lo strumento convincendosi che “non è cosa”. Ci sono quelli che partono subito con un piede nella fossa ammettendo che la musica non fa per loro e che se fosse possibile, vorrebbero essere in grado di suonare a patto che non ci sia nulla di arzigogolato da affrontare. Ci sono poi gli scettici che hanno ricevuto lo strumento in regalo e quelli che ne hanno già una ventina e vogliono vedere come suona ‘sta scatoletta, senza neanche il sacro fuoco della conoscenza a spingerli con fierezza nella ricerca di tablature, video e tutto il resto.
Quindi ho deciso che scriverò una serie di articoli su “cosa succede prima”. Un corso preparto in piena regola per preparati a quando arriverà il pupetto nuovo e a come gestirlo al meglio.
Daje.
1. La scelta dello strumento e le braccine corte
È ironico: si spendono 300 dindini per una Playstation che a volte finisce nella scatola dopo un paio di mesi (che tristezza) e magari si preferisce limitare i danni quando ci si vorrebbe appassionare all’hobby musicale. Magari pensiamo che uno strumento da 50 Euro possa fare al caso nostro e che eventualmente, nel caso dovessimo imbatterci in una storia d’amore un po’ troppo tormentata fra noi e la musica, non c’avremmo rimesso neanche troppi soldi.
Pero’, riflettendoci… quanti di noi si fomentano a mille con la PLEISTESHON taroccata made in China che supporta giochi a cartucce del ’94?! Un po’ come Bart Simpson che riceve Ammazza che Mazza sotto l’albero… È umiliante.
Spendiamo 60 Euro al mese per la palestra perché ci teniamo alla nostra forma fisica ma entriamo in crisi quando si tratta di investirne più di 100 per la nostra forma mentale. Magari finiamo per andare in palestra dalle 19 alle 20 scambiandola per un pre-serale sulle Lat Machine, non accorgendoci che nel giro di 6 mesi ci saremmo comprati mezzo Kanile’a a colpi di 3 serie da 8. Lascio da parte le considerazioni per cui la forma fisica potrebbe essere uno splendido valore aggiunto in quanto troppo nerd, impopolare e di nicchia. Vado oltre e mi soffermo ancora una volta – con giustezza e rigore – sui videogiochi.
Quanto hai goduto quando sei passato dalla decima alla prima divisione in FIFA Ultimate Team? Ti ricordi quel pugnetto all’aria quando sei riuscito a vincere contro il computer a livello Leggenda? Quel “daje cazzo…” mormorato di soppiato sennò i vicini ti fanno problemi? Secondo te è frutto del caso o dell’applicazione costante? Vuoi veramente convincermi e convincerti che con la musica non è la stessa cosa?! LOL
Può essere una sfida anche questa. Se ti accontenti della decima divisione fai pure (loooooser!) ma per cortesia, almeno riconosci a te stesso che andando oltre, il tuo divertimento e coinvolgimento inevitabilmente aumenteranno. E non sta scritto da nessuna parte che devi farti monaco o intraprendere cammini di Santiago: bastano pochi minuti al giorno ed una sana curiosità che da millenni manda avanti il pianeta Terra ed i suoi abitanti. Per quale motivo non dovrebbe esserci anche adesso?
Per concludere, non dico che bisogna necessariamente spendere 1000 Euro alla cieca ma archiviare l’ukulele come variazione da 30 Euro della nostra chitarra da 500 mi sembra un po’ riduttivo. Piuttosto banalmente ti ripeto uno di quei concetti che molto probabilmente hai assimilato tanto tempo fa in una galassia lontana lontana su cui, a questo punto vorresti provare a costruirci una vita intorno: aspira al massimo. Nessuno gioca per pochi spiccioli ed è sano e naturale aspirare al piatto intero. Soprattutto quando è lì davanti, assolutamente alla tua portata.
Inizia a giocare, scopri il tuo ukulele e vedi se questo modo di suonare può diventare interessante e migliorare le tue giornate. Ma ricordati sempre quello che diceva il buon Rumplestiltskin, Tremotino nella versione italiana: all magic comes with a price!
La magia ha un prezzo da pagare… Perciò non tentennare di fronte alle prime avversità e tieniti pronto a “pagare il prezzo” che abbiamo pagato tutti. Chi più, chi meno.
Make your call!
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