Suonami una tripletta e ti dirò chi sei

Ora… io ho un metodo per capire la bontà di un docente. Prendo come riferimento le triplette. Chiunque abbia studiato musica sa che la roba avanzata richiede tempo per essere appresa. Bisogna fare pratica, esercizio, applicarsi con costanza e ripetere certi passaggi anche centinaia di volte.

Parliamo delle triplette perché se le sai spiegare, alla fine della spiegazione l’alunno è già in grado di farle. Poi tutto il resto dipende dalla sua voglia di padroneggiarle. Sono dei concetti difficili da digerire perché per le prime volte associamo due movimenti opposti ad un downstroke e chiudiamo il cerchio con un upstroke della stessa durata ma parliamoci chiaro, non è ukulele intermedio, tantomeno avanzato.

Il fatto che alcuni docenti continuino a spacciarlo come tale non fa altro che consolidarne la presunta difficoltà e livellare gli ukulelisti verso il basso. Non è ammissibile che persone animate da tanto entusiasmo, si ritrovino a mesi di distanza ancora a lottare sulle triplette come se stessero affrontando un kraken. Dai, non è onesto nei loro confronti e vedere insegnanti che le promuovono come materiale di un certo tipo mi fa dubitare sulle loro competenze.

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Il materiale didattico avanzato richiede tempo e una certa preparazione. Tutti quelli che hanno studiato musica lo sanno fin troppo bene. Le triplette no. Sono la base dell’ukulele. Potranno richiedere al massimo un paio di giorni per essere comprese alla perfezione ma tutto il resto è dovuto alla pratica. Chiunque può mettersi lì e dietro la guida di una persona competente, tirarle fuori alla fine della spiegazione. Resta da capire come persone che vorrebbero insegnarti l’ukulele non sanno nemmeno come approfondire l’argomento con le triplette in velocità che eventualmente, quelle sì, potrebbero essere catalogate come materiale intermedio in relazione al periodo di studio e di pratica.

Il problema piuttosto è un altro: dietro l’ukulele a volte si nasconde tanta ingenuità. Si creano gruppi di ukulele-cazzeggio senza capo nè coda che non fanno altro che confermare implicitamente l’estrema difficoltà di una tripletta (lol) dando modo al docente improvvisato o a qualcuno che si è sbattuto semplicemente un paio di giorni in più di loro, di trovare terreno fertile.

I falsi miti

Jim_CarreyÈ un po’ come il discorso della “volpe e l’uva”: non ci riesco – vabbè ma è difficile, dai – massì in fondo “divertiamoci” e basta… in fondo l’ukulele è anche questo (come se chi decidesse di studiare, vivesse una vita di sangue e dolore). È in questo contesto che a volte si sviluppano i falsi miti e ci si improvvisa. Così facendo, qualsiasi persona in grado di suonare una tripletta potrebbe sentirsi musicalmente arrivata perchè “…hey questa mica è roba da principianti!” ed ecco che affiorano tutorial, pubblicazioni, DVD, tablature, metodi, libri, manuali, guide, prontuari… Tutti hanno tutto, tutti sanno tutto, il mio sito è meglio del tuo, quel docente è più bravo di quell’altro, guarda che tripletta che ti ha tirato fuori, io ho 9 ukuleli… tu?

 

E poi dice che dall’esterno, l’ukulelista medio viene preso in giro…

Da Yahoo Answers

(fonte yahoo answers)

NOTA: …con questo non voglio dire che tu debba necessariamente essere in grado di suonare una tripletta. È chiaro che ci possono essere altre difficoltà così come è altrettanto ovvio che sarò uno dei primi a darti la pacca sulla spalla quando riuscirai a suonarla :)

2 Comments

  1. Quoto JT, io ho scoperto la “tripletta” a 6 mesi dalla prima volta in cui ho imbracciato un ukulele, ho imparato il metodo e mi sono solo esercitato su quello, mi veniva abbastanza bene già da subito ma dovevo comunque prendere confidenza coi movimenti, non è una cosa così difficile, anzi potrei dire che è la base e che da li non mi sono più mosso (ahimè).

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