I veri idoli

Confrontando i numeri di Julia Nunes o dei Walk off the Earth a quelli delle superstar discografiche, poggio i gomiti sul tavolo, assaporo il mio caffè lungo e rifletto “sì beh ok… è chiaro che i big continuano a spaccare con le visualizzazioni però non penso che Julia Nunes abbia investito tutti quei soldi in promozione… per non parlare poi della realizzazione dei suoi video… quanto può costare una cosa così?!”

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“…minchia un milione e passa di views…”

La presunta caduta delle star

internet-radioA me mi piace internet. E pure tanto. Perché genera occasioni in quantità industriali per dare peso specifico alla tua idea e portarla a livelli che pochi anni fa erano pura utopia. E va da sè che con un minimo di ingegno, riesci a guadagnare con la musica molto di più se stai da solo rispetto al tanto agognato contratto discografico. Riesci ad arrivare con sincerità e apertura al dialogo nelle case di chiunque, senza mettere mano al portafogli come la vecchia scuola ci ha abituato a pensare. Per farla breve, col duro lavoro potrebbe essere possibile tornare a fare i musicisti che mangiano addirittura qualcosa!

Conta solo quanto sei bravo e quanto ti impegni perché internet è il contesto più meritocratico che abbia mai conosciuto . E di ragazzi bravi con tanta voglia di fare, in giro per il mondo ce ne sono.

Il problema semmai è nella mentalità di chi continua a riconoscere la medaglia d’oro a quelli che tutto sommato se la comprano coi soldi della promozione. Continuano a reiterare uno schema che dieci anni fa li rendeva ricchi mentre oggi a stento li tiene a galla, grazie soprattutto all’apporto di un altro media come la televisione che rafforza il “prodotto musica”. Si cerca l’interazione con i propri fan perché alla fine sono loro quelli che comprano i dischi ma al tempo si cercano sinergie con programmi televisivi perché fra Spotify, iTunes e i torrent, le vendite discografiche si sono drasticamente ridotte.

Il mondo dell’ukulele però sembra essere estraneo a questi riconoscimenti e brilla di luce propria su Youtube e altri canali di comunicazione. Non si resta in attesa del messia e si apprezzano gli artisti indipendenti forse anche di più di altri affermati nelle proprie major discografiche. È interessante notare come l’arrivo di un album di ukulele sugli scaffali dei negozi di musica sia percepito come un valore aggiunto e non tanto come un parametro di giudizio per il riconoscimento artistico del musicista. È interessantissimo constatare come sui canali televisivi si creino miti musicali che il più delle volte vengono messi in discussione online (leggi “presi per il culo”), ormai lo specchio fedele e senza filtri della realtà che viviamo.

Sotto questo punto di vista, l’ukulele, che sembra trovare sbocco principalmente in questo territorio, non credo osannerà con tanta facilità gli arrivi dell’ultima ora ma piuttosto li guarderà con simpatia, dando loro una pacca sulla spalla come si farebbe con un amico invitato a cena.

I veri idoli

Per concludere l’articolo serio (madò… serissimo), i veri idoli sono ovviamente quelli della gente vera che non sempre corrisponde a quella rappresentata dai dati auditel. Chi “vive” su internet non è obbligatoriamente incazzato col resto del mondo, non è necessariamente un nerd che vorrebbe stravolgere la musica in Italia. Diciamo che quella può restare tranquillamente lì… non c’è bisogno di cambiarla dal momento che difficilmente genera cultura da ormai quasi vent’anni. E con le alternative che ci vengono messe a disposizione non è neanche l’unica scelta.

La cultura, il divertimento, i presunti idoli e tanti gruppi di ukulele vivono soprattutto qui dentro sui nostri monitor. In alcuni casi, laddove il contesto sociale e le tradizioni lo permettono sono gruppi molto più che uniti… in altri casi purtroppo generano solo incomprensioni e conseguenti frammentazioni. Però in paesi allo sbando è anche logico rivivere le stesse dinamiche online, proprio seguendo il discorso che stavo facendo poche righe più sopra.

Ma aldilà di come queste realtà nascono, si evolvono e muoiono, va detto che sono presenti, affermate e responsabili del nostro strumento, molto più di quanto siamo portati a credere. Perciò… Uke Power! (capace che ‘sta frasetta potrebbe avè più senso de quanto immaggini…)

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