
Vuoi migliorare sul tuo ukulele? Lascia stare l’ukulele
Quant’è bello quando la provocazione assume tinte misteriose come il titolo qui sopra.
Migliorare le proprie abilità su uno strumento vuol dire soprattutto fare pratica. Questo vale dall’ukulele al flauto obliquo del Kazakistan. Credo sia la legge universale che tutti i musicisti ti diranno da qui all’eternità.
Tuttavia c’è una cosa che spesso, forse per via del carattere spensierato di questo strumento, viene sottovalutata da quasi tutti i principianti, per non dire completamente ignorata.
La teoria musicale.
Ti ricordi quando hai fatto l’esame di scuola guida? Io l’avevo fatto in motorizzazione, avevo preso un paio di lezioni e la mattina alle 9 ero al Villaggio Olimpico a stirare di freddo mentre aspettavo l’esaminatore per la prova pratica.
Appunto: la prova pratica. Ma l’esame per la patente consiste anche in quella teorica.
Immagina una persona alla guida, completamente all’oscuro delle regole della strada.
Il punto è che saper suonare una canzone dovrebbe essere la naturale conseguenza di chi sa suonare uno strumento e non il contrario.
La teoria nel fondare tutte le proprie conoscenze musicali dietro ad un paio di tutorial su Youtube semplicemente non c’è. Quella è pratica. La prova ce l’hai dietro di te, vicino ai prontuari di accordi che tiri fuori quando la memoria non collabora. È cosa buona e giusta seguire un tutorial ma alla distanza è inevitabile accusare la mancanza di un percorso formativo.
Scanso equivoci smontiamo immediatamente il luogo comune che confonde il musicista con un bravissimo esecutore di accordi in fila indiana. Saper suonare bene i passaggi più ostici non ci identifica come bravi musicisti. Semmai strimpellatori ma tutto ciò che tiene in piedi il brano che hai appena suonato potrebbe risultare ancora oscuro.
In altre parole: suoni perché si fà così.
C’è un universo intero che un musicista dovrebbe conoscere: dal senso ritmico all’espressività passando per (almeno) una base di teoria musicale.
Ti dico anche che la teoria dovrebbe essere messa al primo posto perché è quella che insieme alla pratica e al senso ritmico ti permetterà di esprimerti con più facilità, senza nemmeno pensarci. È chiaro che non si può pretendere lo studio dell’armonia da chi vuole semplicemente rilassarsi con il proprio ukulele. Sarebbe oltremodo fuori luogo e a lungo andare risulterebbe anche controproducente, infastidendo non poco il neofita che guardandosi allo specchio potrebbe accusare pesanti crisi d’identità.
Almeno qualche briciola, piccoli accenni, niente di che. Perché sapere come si costruisce un accordo, perché quelle corde sono accordate in quel modo, quali passaggi è lecito aspettarsi e quali tasti andare a premere più giù sul manico è un vantaggio enorme. E ti richiede uno sforzo veramente minimo paragonato all’enorme soddisfazione che arriverà poco dopo.
Iddio benedica gli ukulelisti da spiaggia ma se vuoi migliorare sul tuo strumento, lascialo stare, mettilo un attimo da parte e semplicemente… va a studià.